Il Ciauscolo IGP è tra i pochissimi salumi italiani spalmabili. Questo salume del contadino, come spesso viene definito, è molto apprezzato anche per questa sua caratteristica oltre che per il gusto inimitabile. Ma come si ottiene questa sua spalmabilità?
Tutto nasce dalla lavorazione che si tramanda sin dalla fine del ‘600 ai giorni nostri. I suini allevati per la produzione del Ciauscolo IGP derivano principalmente da tre razze specifiche come descritto nel Disciplinare: Large White Italiana, Landrace Italiana e Duroc Italiana. La macellazione avviene tra il 10 e il 13 mese dalla nascita. Dopo un periodo di riposo delle carni – tra i 2 e i 10 giorni – nelle celle frigorifere, segue la fase di taglio e selezione delle parti grasse. Successivamente si arriva ai momenti che danno vita all’unicità del Ciauscolo IGP, si aggiungono sale, pepe nero macinato, vino e aglio pestato. Qua la carne è pronta per essere tritata a più riprese facendo grande attenzione a non surriscaldarla. Torna ad una seconda fase di aggiunta di aromi e spezie prima dell’insaccatura in budello rigorosamente naturale di suino o bovino. Inizia qui il periodo di asciugatura, eventuale affumicatura e stagionatura che richiede un minimo di 15 giorni.
Il gusto e la spalmabilità del Ciauscolo IGP sono una summa di elementi che partono dal territorio marchigiano dove l’Appennino declina verso la costa, dal suo speciale microclima, dal suino fino alle 5 fasi di lavorazione. Alcune di queste vengono eseguite ancora in modo artigianale, da mani sapienti e ricche di memoria in ogni passaggio. Questo salume arriva così ai buongustai in tutta la sua tenerezza e bontà, arriva con quella genuina gestualità di una fetta di pane che accoglie la morbidezza del vero Ciauscolo IGP marchigiano!