Non si tratta di metalli ma di frutti della terra, di ulivi e cultuvar secolari. Sono loro che danno vita all’Olio Extravergine di oliva Marche IGP. L’olio extravergine, quello buono, è detto oro verde perché è prezioso per le sue caratteristiche organolettiche, è un componente essenziale della dieta mediterranea, è l’ingrediente capace di esaltare altri ingredienti, l’Olio Extravergine di oliva Marche IGP è un idillio anche quando è degustato in purezza.
Diverse le varietà di olive autoctone tra queste: Ascolana Tenera, Carboncella, Coroncina, Mignola, Orbetana, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia /Raggiola, Rosciola dei Colli Esini, Sargano di Fermo, Frantoio e Leccino.
Sono loro, che sparse sul territorio marchigiano, contribuiscono al vasto panorama di prodotti d’origine agricola della Regione. Si parla dell’Olio Extravergine di oliva Marche IGP, nello specifico dell’olio “Marche” sin dai tempi antichi, guadagnandosi nei secoli un’ottima reputazione, tanto che lo stesso Giacomo Leopardi in un suo carteggio al padre, nel febbraio del 1828, decanta la sua nomea e notorietà anche oltre i confini marchigiani.
Negli anni, anche più recenti, la reputazione di questo olio è attestata da numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali come miglior olio italiano rilasciati dall’Unione Mediterranea Assaggiatori Oli, dall’International Olive Oil Award di Zürich, dalla Los Angeles County Fair, si passa anche da Parigi, New York e Shangai per citarne alcuni…
Grazie alle sue varietà l’Olio Extravergine di oliva Marche IGP si identifica per il colore giallo-verde, dal fruttato tendenzialmente medio o medio-intenso. Nel complesso è un olio molto aromatico ed equilibrato nelle sensazioni gustative.
Un altro fattore che contribuisce a caratterizzare la qualità dell’olio delle Marche è la particolare attenzione che storicamente è stata sempre prestata nella fase di raccolta sia nella scelta del periodo ottimale sia nella modalità utilizzata. Nel tempo, è rimasta costante la modalità di raccogliere il frutto direttamente dalla pianta, brucandolo a mano o con l’ausilio di strumenti agevolatori o con sistemi meccanici che garantiscano l’integrità del frutto.