La sua forma piccola e tondeggiante, la pasta morbida, il suo gusto dolce con note più acidule date da questa miscellanea di latte vaccino e latte di pecora: questa è la Casciotta d’Urbino DOP, il peccato di gola del grande Maestro Michelangelo Buonarroti.
Note storiche datano la prima apparizione della Casciotta nel 1545, e ben presto divenne un formaggio molto apprezzato grazie anche a quella spinta che oggi definiremmo imprenditoriale e di marketing data dai Duchi di Montefeltro. Grazie a loro questo formaggio venne prodotto con il latte delle pecore locali, qualitativamente più eccellente. Per favorirne la produzione e il consumo, i Duchi dimezzarono quella che all’epoca era una tassa sul transito delle pecore ai pascoli e quella sul trasporto del formaggio.
Secondo le testimonianze storiche, Michelangelo Buonarroti era un grande estimatore della Casciotta d’Urbino. Il celebre artista e scultore, famoso per capolavori come il David e la Cappella Sistina, ordinava regolarmente questo formaggio per il suo consumo personale. Michelangelo conobbe la Casciotta d’Urbino DOP grazie a persone del Ducato d’Urbino con le quali era in contatto. Si narra che durante il suo soggiorno a Roma, mentre era impegnato nella monumentale opera pittorica nella Basilica di San Pietro e sulla sua cupola, Michelangelo si assicurò una scorta abbondante di Casciotta. Per fare ciò, come evidenziato da un atto notarile del 12 febbraio 1554, affittò tre poderi con annessi casa e terreno a Casteldurante, l’odierna Urbania. Questi beni furono gestiti da Francesco Amatori, detto l’Urbino, suo domestico e collaboratore di fiducia, originario proprio di quella cittadina. È curioso notare che il nome DOP non derivi dalla vicina città rinascimentale di Urbino, ma proprio da questa figura storica.
La qualità nei secoli – di questo formaggio poco stagionato si è sempre mantenuta eccellente nei secoli, tanto che nel 1998 ottenne il riconoscimento di DOP. Michelangelo ne sarebbe stato felice.