Il ricorso al metodo di produzione biologica ha fatto il suo ingresso nelle Marche nel 1978, ben tredici anni in anticipo rispetto al varo del primo regolamento europeo in materia. Molto prima che diventasse un argomento commercialmente interessante, molto prima che diventasse un trend anche di marketing. In realtà sul territorio marchigiano, il pensiero biologico era una svolta concreta, impegnativa per l’epoca anche in termini di realizzazione da parte delle aziende agricole: biologico significa il totale rispetto dell’ambiente, il benessere degli animali, l’indiscussa qualità dei prodotti e la rinuncia al ricorso di elementi chimici al solo fine di incentivare la produzione.
E tutto questo per mano di un uomo “illuminato”, Gino Girolomoni, conosciuto come “il sindaco contadino” che per primo si interrogò su come attuare una politica agricola completamente bio. I traguardi importanti raggiunti dal biologico marchigiano si hanno nel 2010 quando nacque il Consorzio Marche Biologico con l’obiettivo di sostenere e rafforzare la produzione biologica marchigiana e nel 2021 quando venne costituito il Distretto biologico Marche con un proprio statuto.
Il biologico, su tutto il territorio marchigiano, è buono e serio. Grazie a questi organi istituzionali – tra questi anche FOOD BRAND MARCHE – le Aziende agricole e le loro cooperative, possono fruire di sostegni come la formazione, la ricerca, gli aggiornamenti del settore e la promozione. Oltre ad un monitoraggio delle produzioni e al supporto per ottenere le certificazioni.
Le Marche biologiche sono un esempio concreto si sostenibilità territoriale che parte da Pesaro e Urbino e arriva fino a Ascoli Piceno: le Marche tutte!