
CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA DOCG
Una pratica diffusa dai monaci
Uno dei primi documenti in cui compare la denominazione “Verdicchio” è un antico testo composto ai primi del 1500 da un noto professore di Salamanca chiamato Herrera. Ma bisogna andare più indietro nel tempo per rintracciare le origini della viticoltura nelle terre dell’anconetano. Questa era infatti un’attività già praticata in epoca preromana, sviluppatasi poi durante gli anni dell’Impero e arrestatasi in seguito, con la caduta di quest’ultimo.
È ai monaci – prima benedettini, poi camaldolesi – che si deve la reintroduzione della vite nei territori dell’allora Marca Anconetana. Ed è a questi che va attribuita una serie di importanti tecniche viticolo-enologiche che, tramandandosi di generazione in generazione, sono giunte sino a noi. Se in tempi più antichi il vino era prerogativa delle classi agiate, col tempo, in particolare col diffondersi della mezzadria, questo iniziò ad essere consumato da un pubblico sempre più ampio, in cui, al fianco delle classi nobili, iniziarono man mano a comparire anche quelle rurali.
Un vino certificato
Come per ogni prodotto DOC, è fondamentale che i vini “Castelli di Jesi Verdicchio Riserva” e “Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico” rispettino accuratamente quanto prescritto all’interno del proprio disciplinare di produzione. Tra i requisiti da rispettare, è imprescindibile il fatto che le uve impiegate nella produzione dei vini appartengano al vitigno Verdicchio per una quantità minima pari all’85%, a cui possono poi aggiungersene di altre (in quantità massima pari al 15%), purché anch’esse coltivate nei territori della DOC.

Proprietà organolettiche
Di colore giallo paglierino con riflessi verdi, il Verdicchio Riserva, nelle sue due varianti, presenta un profumo intenso in cui si possono rintracciare sentori di frutta gialla matura, agrumi e miele. L’armonia del sapore è potenziata da note piacevolmente amarognole, a cui possono unirsi leggeri sentori di legno, qualora sia questo il materiale del recipiente in cui il vino è stato conservato.
La Vallesina e le sue terre
È nelle province di Ancona e Macerata – storicamente “Castelli”, in quanto gravitanti attorno alla città di Jesi – che si concentra la zona di produzione del Verdicchio Riserva e Riserva Classico. Nello specifico, quest’area si sviluppa tra le colline circondanti la Vallesina, le cui quote di altezza vanno dai 96 ai 630 mt s.l.m; elemento, questo, decisivo, dal momento che numerosi studi e ricerche hanno provato che è quando coltivati ad un’altezza compresa fra i 300 e i 500 mt s.l.m che i vitigni impiegati per la DOC raggiungono la migliore qualità, e ciò sia per via dell’esposizione al sole, sia per la ventilazione a cui sono sottoposti. Oltre all’altitudine, altri fattori molto importanti, capaci di condizionare le proprietà e le qualità organolettiche del vino, sono senza dubbio la vicina presenza del mare e il costante riparo fornito dalle montagne. È la sinergia fra questi elementi che riesce a creare un clima veramente ideale per la coltivazione della vite e, con essa, di molti altri prodotti marchigiani.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Nonostante le sue origini vadano ricercate in un’epoca piuttosto remota, è solo a partire dagli anni ’50 che il vino Verdicchio inizia a raggiungere una maggiore notorietà a livello commerciale. È in questo periodo, infatti, che due produttori decisero di costruire, all’interno di uno dei “castelli”, una grande cantina dove si potesse lavorare alla produzione del vino. Ma i due investitori si spinsero oltre: decisero infatti di aggiungere al loro prodotto una nota distintiva anche a livello estetico; qualcosa che potesse rendere il loro vino ancora più unico e impresso nella memoria dei suoi consumatori. Per questo, affidando il progetto al designer Maiocchi, giunsero a ideare una bottiglia veramente caratteristica, la cui forma si ispirava a quella delle antiche anfore etrusche.
Il vino a teatro
Da diversi anni, al Macerata Opera Festival, in attesa di assistere agli spettacoli organizzati all’interno della meravigliosa Arena Sferisterio, è possibile concedersi una degustazione a base di vini locali in cui un posto d’onore è riservato al Verdicchio Riserva.