
ESINO DOC
Le origini del vino
Come per molti altri vini di provenienza marchigiana, anche la storia dell’Esino affonda le sue radici molto indietro nel tempo, fino all’epoca in cui i territori interessati oggi alla produzione di questo vino erano parte dell’Impero Romano. E, anche in questo condividendo il suo sviluppo con quello di molti altri vini della regione, fu nel Medioevo, grazie all’intensa attività dei monaci insediatisi in numerose abbazie tuttora esistenti, che la produzione di vino conobbe una fase di intenso sviluppo. Lungo un percorso segnato da continue migliorie e avanzamenti, si giunse, tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, a concludere un importante progetto di rinnovamento della viticoltura avviato in questa zona a inizio secolo e incentrato sul rinnovamento degli impianti e un’accurata selezione delle varietà di uva destinate alla coltivazione.
La DOC “Esino”
Questo processo di innovazione tecnico-scientifica, seguito dalla ristrutturazione degli impianti, ha permesso di ottenere degli importanti risultati a cui i produttori hanno risposto attraverso l’ideazione di nuove produzioni enologiche ottenute unendo uvaggi di varietà bianche e nere. Il movimento virtuoso di questo circolo ha infine portato, nel 1995, al riconoscimento della DOC “Esino”.
La Denominazione di Origine Controllata “Esino” è applicabile unicamente ai vini bianco (anche nella sua versione frizzante) e rosso (anche nella tipologia novello) che rispettino una precisa composizione ampelografica stabilita dal rispettivo disciplinare di produzione.

Caratteristiche organolettiche
Le principali uve a partire dalle quali si ottengono i vini della DOC “Esino” sono Verdicchio, Sangiovese e Montepulciano. Tali uve presentano caratteristiche piuttosto differenti fra loro; differenze che, ovviamente, è poi possibile rintracciare degustando i vini che, a partire da queste, sono prodotti.
L’Esino bianco è di colore giallo paglierino tenue. Anche il sapore è delicato ma complessivamente armonioso. Nella versione frizzante spicca il caratteristico e intenso odore dell’appassimento che si unisce a un sapore piuttosto dolce e morbido.
La versione rossa è di un intenso color rubino, e anche il sapore e l’odore appaiono più secchi e forti rispetto a quelli dei bianchi. Il novello in particolare ha un sapore strutturato e insieme vellutato.
Tra il mare e la montagna
La zona delimitata per la produzione della DOC “Esino” fa parte dell’intero territorio amministrativo della provincia di Ancona e dei comuni di Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica e Pioraco, nella provincia di Macerata. Queste zone si trovano comprese tra i monti Sibillini ad ovest e il mare Adriatico ad est e sono attraversate dai fiumi Cesano, Nevola e Misa, a nord, dall’Aspio al sud, e dall’Esino (da cui il nome della DOC) nella regione più centrale. Il territorio compreso entro questi confini naturali è piuttosto omogeneo e prevalentemente collinare; per questo l’altitudine media non è alta. Il paesaggio agrario è caratterizzato da quelli che possono essere considerati come gli elementi distintivi dell’agricoltura marchigiana: la vite, le colture erbacee e i boschi. È proprio questa tipologia di paesaggio, unita ovviamente alla presenza dei fiumi che lo solcano e del mare verso cui si apre, che hanno reso possibile una produzione vitivinicola così ricca e raffinata.
Un’antica testimonianza
Per raggiungere un sapore così intenso e unico, alle particolari tecniche di lavorazione è indispensabile che si affianchi un microclima speciale, un habitat ideale per i suini che lo abitano e vi si nutrono. A differenza delle fasi di produzione del Prosciutto, che interessano il solo territorio di Carpegna, l’allevamento dei suini si estende a una zona di più ampio raggio che, dalle Marche, giunge fino alle regioni della Lombardia e dell’Emilia Romagna. La razza di suino impiegata è quella che va sotto al nome di “Pesante Padano” o “Suino Pesante”.